Il piacere by Gabriele D'Annunzio

Il piacere by Gabriele D'Annunzio

autore:Gabriele D'Annunzio
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: Juvenile Fiction, Classics, General, Fiction
ISBN: 9788897771319
editore: Edimedia
pubblicato: 2013-11-21T18:13:54+00:00


22 settembre. - Egli mi ha donato un suo libro di poesia, La Favola d`Ermafrodito, il ventunesimo dei venticinque soli esemplari, tirato su pergamena, con due prove del frontispizio avanti lettera. E' una singolare opera, ove si chiude un senso misterioso e profondo, sebbene l'elemento musicale prevalga trascinando lo spirito in una magia inaudita di suoni e avvolgendo i pensieri; che splendono come una polvere d'oro e di diamante in un fiume limpido. I cori dei Centauri, delle Sirene e delle Sfingi dànno un turbamento indefinibile, svegliano nell'orecchio e nell'anima una inquietudine e una curiosità non appagate, prodotte dal continuo contrasto d'un sentimento duplice, d'una aspirazione duplice, della natura umana e della natura bestiale. Ma con qual purezza, e come visibile, l'ideal forma dell'Androgine si delinea tra gli agitati cori dei mostri! Nessuna musica mi ha inebriata come questo poema e nessuna statua mi ha data della bellezza un'impressione più armonica. Certi versi mi perseguitano senza tregua e mi perseguiteranno per lunghissimo tempo, forse; tanto sono intensi.

*

Egli mi conquista l'intelletto e l'anima, ogni giorno più, ogni ora più, senza tregua, contro la mia volontà, contro la mia resistenza. Le sue parole, i suoi sguardi, i suoi gesti, i suoi minimi moti entrano nel mio cuore.

23 settembre. - Quando parliamo insieme, talvolta io sento che la sua voce è come l'eco dell'anima mia. Accade talvolta che io mi senta spingere da un subitaneo fascino, da un'attrazione cieca, da una violenza irragionevole, verso una frase, verso una parola che potrebbe rivelare la mia debolezza. Mi salvo per prodigio; e viene allora un intervallo di silenzio, nel quale io sono agitata da un terribile tremito interiore. Se riprendo a parlare, io dico una cosa frivola e insignificante, con un tono leggero; ma mi pare che una fiamma mi corra sotto la pelle del viso, quasi ch'io sia per arrossire. S'egli cogliesse quell'attimo per guardarmi risolutamente negli occhi, sarei perduta.

*

Ho suonato molta musica, di Sebastiano Bach e di Roberto Schumann. Egli stava seduto, come quella sera, alla mia destra, un poco indietro, su la poltrona di cuoio. Di tratto in tratto, alla fine d'ogni pezzo, egli si levava e, chino alle mie spalle, sfogliava il libro per indicarmi un'altra Fuga, un altro Intermezzo, un altro Improvviso. Quindi si metteva di nuovo a sedere; ed ascoltava, senza muoversi, profondamente assorto, con gli occhi fissi sopra di me, facendomi sentire la sua presenza. Intendeva egli quanto di mio, del mio pensiero, della mia tristezza, del mio essere intimo, passava nella musica altrui?

*

« Musica, - chiave d'argento che apri la fontana delle lacrime, ove lo spirito beve finché la mente si smarrisce; soavissima tomba di mille timori, ove la loro madre, l'Inquietudine, simile a un fanciullo che dorma, giace sopita ne' fiori... » SHELLEY.

La notte è minacciosa. Un vento caldo e umido soffia nel giardino; e il fremito cupo si prolunga nell'oscurità, poi cade, poi ricomincia più forte. Le vette dei cipressi oscillano sotto un cielo quasi nero, dove le stelle appaiono semispente. Una striscia di nuvole



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